La lettera di accompagnamento non è un doppione del curriculum vitae. Ed è bene ricordarsene ogni volta che si mette mano al computer per rispondere a un annuncio di lavoro. Al contrario si tratta di una preziosa occasione che il candidato ha di presentare se stesso, di dire al selezionatore tutto ciò che non è emerso dalla lettura del cv, o che comunque non si è potuto specificare meglio per via della necessaria sintesi che la redazione del curriculum ha richiesto.
Un altro importante accorgimento è di mettersi nei panni dell’azienda ancora prima che starsene comodamente nei propri, ovvero: se si invertissero i ruoli e ci si trovasse a raccogliere i centinaia di curricula che ogni giorno invadono la scrivania di un qualunque responsabile delle risorse umane, si gradirebbe o no di poter leggere una lettera di presentazione ben scritta e in cui è evidente la forte motivazione del candidato a far parte dell’azienda? La risposta – inutile dirlo – è senz’altro di sì, perchè a nessuno piace imbattersi nella lettura di poche righe mal scritte e in cui magari siano pure presenti errori di ortografia, per non parlare delle formule già collaudate tipo: “Rispondo all’inserzione della Sua azienda perché ritengo di possedere i requisiti e lo spirito di iniziativa richiesti”!
Risulta essere invece importante che si sia sinceri, innanzitutto con se stessi, e motivare il perché ci si considera adatti per quella particolare posizione professionale: come il tipo di studi affine alla mansione che si andrà a svolgere, la forte passione che si è sempre avuta per un certo tipo di impiego, senza però scadere in facili entusiasmi. Il pericolo, infatti, è che suonino falsi tanto quanto le formule standard.
Come esempio è possibile vedere questo modello, da personalizzare in base alle proprie esigenze.