Il principale elemento che spinge a scegliere una banca (o istituto di credito o società finanziaria) al posto di un’altra è l’ammontare delle spese da sostenere.
Oltre al tasso d’interesse ed alle condizioni del mutuo occorre sempre considerare le spese.
A tal fine di valutare quale è la proposta più conveniente e calcolare il costo complessivo del mutuo si deve utilizzare l’indice sintetico di costo (ISC), che include tutte le spese citate nella normativa del 1992 per il TAEG, ossia: gli interessi, le spese d’assicurazione, le spese di apertura, e altre spese previste dal contratto. Grazie all’ISC si possono paragonare le diverse offerte di mutuo. L’indice sintetico di costo è stato introdotto dalla disciplina sulla trasparenza entrata in vigore nell’ottobre 2003, che obbliga ogni contratto di mutuo ad includere tale valore.
Grazie all’ ISC si possono paragonare i mutui e verificare quello più’ conveniente in termini di costo.
Tra le spese sostenute dal mutuatario ci sono
le spese istruttorie: le spese di apertura della pratica di mutuo e delle verifiche dei dati del richiedente;
le spese notarili: comprendono il costo del notaio ed le imposte di Stato per stipulare il contratto;
le spese assicurative: sono le assicurazioni alle quali il creditore è obbligato per dare garanzia sul rimborso del mutuo;
le spese di perizia: sono le spese della perizia tecnica che verifica il valore dell’immobile;
spese d’imposta sostitutiva: è il costo della tassa sul mutuo che il mutuatario deve sostenere e che cambia a seconda della tipologia di finanziamento richiesto. Infatti per l’acquisto della prima casa, l’importo da pagare corrisponde allo 0,25%; mentre per tutti gli altri casi ammonta al 2% (legge n. 191 del 2004, di conversione del decreto legge n. 168).
Le spese sono quindi diverse.