Instructional Design e Grafica Efficace per l’Elearning

L’instructional designer ha il compito di rendere fruibili i contenuti di un corso sia macroprogettando ambienti e interfacce per l’utente sia, più nel particolare, occupandosi di strutturare le lezioni bilanciando l’uso della multimedialità a quello del testo. Ecco alcuni spunti di riflessione tratti dall’esperienza pratica nel campo dell’instructional design relativi all’uso di contributi multimediali e grafici.

Tra le figure professionali coinvolte nella realizzazione di progetti Web, quella dell’instructional designer è probabilmente una delle più eclettiche. Nella didattica instructional designer è chi progetta corsi di formazione, non solo on line, preoccupandosi di trovare le modalità più efficaci per comunicare concetti, istruzioni e nozioni. Parlando nello specifico di elearning, l’instructional designer ha il compito di rendere fruibili i contenuti di un corso sia macroprogettando ambienti e interfacce per l’utente che siano quanto più possibile facili da usare sia, più nel particolare, occupandosi di strutturare le lezioni bilanciando l’uso della multimedialità a quello del testo.

La scelta delle modalità didattiche ottimali per comunicare ciascun concetto non può prescindere dalla conoscenza approfondita dei fattori che influiscono sulla percezione e delle dinamiche che regolano la concentrazione e l’attenzione. Un instructional designer di elearning deve avere quindi competenze sia da web designer, sia nel campo dell’istruzione. Qui di seguito sono riportati alcuni spunti di riflessione tratti dall’esperienza pratica nel campo dell’instructional design relativi all’uso di contributi multimediali e grafici.

Staticità e dinamicità

Non c’è dubbio che un’immagine in molti casi valga più di mille parole. Non è però scontato che mille immagini – si legga filmato o animazione – valgano più di un paragrafo testuale redatto in maniera semplice e chiara. L’abuso di filmati e animazioni nell’elearning è uno dei difetti didatticamente più evidenti che si possono individuare nei corsi on line attualmente in circolazione. Spesso si tende infatti a lasciare che la tecnologia disponibile o il desiderio di “compiacere l’occhio dell’utente” abbiano la meglio sulla finalità didattica di un contributo multimediale. Un’animazione dai colori vivaci inserita all’interno di un paragrafo molto probabilmente finirà per distrarre l’attenzione del discente dal contenuto testuale per “risucchiarla” sul filmato stesso.

Se un filmato o un’animazione esteticamente piacevoli apparentemente possono aggiungere valore alla lettura di un oggetto didattico, perché risultino realmente efficaci è necessario che, quanto meno, rispettino i tempi di assimilazione e le priorità semantiche dei contenuti. Un corso equilibrato lascia che l’attenzione dell’utente si concentri di più sulle componenti del corso portatrici dei contenuti più significativi. In questo senso una delle soluzioni di maggiore impatto è l’abbinamento del concetto di dinamicità, proprio dei filmati e delle animazioni, con quello di interazione. Il web è, per sua stessa natura, un ambiente interattivo, caratteristica che si rivela fondamentale in ogni processo di apprendimento basato sul “far fare”. Nella realizzazione pratica di corsi questa riflessione si traduce, per esempio, nel realizzare filmati che si avviano solo cliccando su una certa parola o pulsante, oppure che approfondiscono i concetti in modo graduale, lasciando al discente la scelta dei tempi e del passaggio da un concetto/fase di una spiegazione al successivo.

Lo studio della grafica statica e dinamica nell’elearning è quindi subordinato a finalità didattiche piuttosto che a criteri estetici. È pertanto cruciale investire tempo ed energie sugli aspetti della grafica che più impattano sulla percezione e la memorizzazione dei concetti.

Colore
Probabilmente mai come prima dell’esplosione di Internet si è prestata tanta attenzione all’uso dei colori nella comunicazione non artistica. Un web designer che si rispetti conosce perfettamente le teorie dei colori additivi o sottrattivi, le scale cromatiche, le tavolozze RGB, le associazioni psicologiche evocate da alcune tonalità e una serie infinita di altri concetti che, applicati alla realizzazione di siti, possono interferire sull’usabilità, l’accessibilità e l’estetica.
Nell’elearning il fattore puramente estetico passa però in secondo piano, e anche la soggettiva “psicologia dell’interpretazione dei colori” finisce per lasciare il passo a un uso più strumentale e oggettivo dei colori.
In questo contesto pare interessante approfondire come la scelta dei colori nella grafica per elearning possa contribuire ad arricchire l’esperienza didattica, delineando in maniera ottica e meccanica analogie, differenze, gradualità e complementarietà tra idee, elementi, concetti e quant’altro sia soggetto a insegnamento e, ovviamente, rappresentabile graficamente.
Prendiamo come esempio un contributo grafico che deve riuscire fare capire quali elementi di un insieme siano associabili tra loro e quali siano invece inconciliabili. In questo caso la scelta dei colori supportata dall’uso della ruota cromatica (nel caso specifico la modalità di fruizione on line consiglia l’uso di quella RGB) è fondamentale. Gli elementi di uno stesso insieme possono essere caratterizzati da colori analoghi, cioè quelli adiacenti nella ruota cromatica, mentre elementi distinti, in base al loro numero, da colori complementari (agli antipodi nella ruota), da triadi primarie (colori base equidistanti) secondarie, terziarie e così via. In generale più gli elementi hanno colorazioni vicine nella ruota più saranno identificate come simili o associabili, mentre maggiore è la distanza maggiore sarà il contrasto con cui vengono recepite. Nelle esercitazioni interattive questo tipo di studio dei colori è molto importante, in quanto consente di dare suggerimenti non verbali a chi svolge l’attività didattica.
Malgrado esteticamente l’uso di colori primari o complementari sia poco diffuso – ogni instructional designer prima o poi si sarà visto stravolgere dai grafici il giallo-ciano-magenta di uno storyboard per un’animazione in una carrellata di tonalità di azzurro pastello – è indubbio come queste tecniche riescano a incrementare l’impatto visuale di una spiegazione. La teoria dei colori esposta può avere infinite variazioni e applicazioni; nella grafica qui di seguito sono riportate solo alcune declinazioni pratiche del suo utilizzo.

Vettorialità
La rappresentazione grafica su computer può essere sostanzialmente di due tipi: vettoriale o rasterizzata. Il primo temine indica un tipo di grafica semplificata che riproduce le figure tramite un sistema matematico di formule che descrivono poligoni, mentre il secondo indica una riproduzione fotografica.
La grafica vettoriale, concettualmente simile al disegno, presenta indubbi vantaggi per l’impiego nell’elearning, sia di carattere tecnico che per quanto riguarda la percezione dei concetti rappresentati. Un’immagine vettoriale che rappresenta un albero è, in sostanza, un disegno semplificato che, nella maggior parte dei casi, viene realizzato partendo da un “foglio” bianco. Quando si prepara un elemento grafico di questo tipo, si tende a concentrarsi sull’essenzialità dei tratti distintivi, eliminando tutti particolari “accessori” e le variabili contestuali, realizzando più che una rappresentazione realistica, una idealizzata simile a un modello virtuale. La grafica vettoriale consente inoltre un uso pragmatico dei colori, adottati secondo le esigenze e selezionati con estrema precisione dalle tavolozze digitali dei programmi di disegno vettoriale.
L’eliminazione di tutti gli elementi di raffigurazione superflui, l’accentuazione delle caratteristiche distintive, l’uso di colori e l’adozione dello stile del “disegno” per raffigurare il modello piuttosto che l’esemplare, sono elementi che consentono a chi osserva le immagini di cogliere le caratteristiche essenziali di ciò che viene rappresentato. Per tali motivi la grafica vettoriale è preferibile nei processi didattici astrattivi e deduttivi rispetto all’adozione di supporti fotorealistici. L’uso di una forma di rappresentazione o dell’altra, o la loro combinazione, va valutato di volta in volta, anche tenendo presente i diversi tempi (quindi costi) di preparazione richiesti. In generale si può dire che la vettorialità consente di semplificare e schematizzare i concetti così da realizzare una comunicazione didattica essenziale e diretta finalizzata all’astrazione dei concetti.

Tridimensionalità e sensorialità
Uno dei limiti dei supporti elettronici è la percezione dei contenuti come qualcosa di asettico e distante, in altre parole di poco concreto. L’apprendimento è un processo complesso che può trarre giovamento dall’attivazione in contemporanea di più fonti di input, cioè dei sensi. Il livello tecnologico attuale non consente, se non sperimentalmente, di trasmettere attraverso un sistema elettronico stimoli olfattivi e tattili, nonostante questo, compito dell’instructional designer è quello di rendere quanto più possibile concreta e “tangibile” l’esperienza didattica, sfruttando tutti i mezzi a sua disposizione.
Se gli stimoli visivi e uditivi sono facilmente riproducibili, bastano un monitor e una cuffia, è meno intuitivo riuscire a stimolare il “tatto”. Ovviamente non è possibile ricreare digitalmente dei reali stimoli tattili, ma ci si può avvalere di modelli e rappresentazioni 3D che sono percepiti come più “pesanti” e reali rispetto a quelli bidimensionali. Lo stesso oggetto rappresentato in fotografia bidimensionale o con un modello vettoriale tridimensionale, assume una consistenza notevolmente diversa. Ancora inesplorato nel campo dell’elearning è poi l’uso della tecnologica di rappresentazione stereoscopica che, senza sconfinare nello scivoloso terreno della realtà virtuale, consente di ricostruire immagini tridimensionali in grado di “uscire” dallo schermo. La tecnica degli anaglifi per esempio, cioè immagini (rasterizzate o vettoriali) stereoscopiche sovrapposte visualizzabili con occhialini dalle lenti di pellicola colorata, consente di rappresentare tridimensionalmente oggetti anche molto complessi e dettagliati a fronte di un minimo sforzo realizzativo. Come applicazioni pratiche di queste tecniche possiamo pensare allo studio di strutture molecolari, dove visualizzare la collocazione spaziale dei corpi è sicuramente un’esperienza didatticamente rilevante.

Il futuro dell’elearning dipende in larga misura dai risultati che si dimostrerà di potere raggiungere adottando corsi on line nella didattica. In questa prospettiva è bene iniziare a concentrarsi con sempre maggiore attenzione sui meccanismi e le tecniche che rendono l’esperienza dell’apprendimento on line efficace piuttosto che affascinante.

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